Il TransDanubio e Budapest

 


Scrivo un paio di idee sul viaggio che avrei voluto fare in Ungheria e che, purtroppo, la pandemia in corso mi ha costretto a rimandare.


Mi sono documentato molto e non vorrei che, una volta ripreso in mano il filo del discorso, fossi costretto a ricominciare daccapo.

Il motivo conduttore di questa uscita sarebbe stato il confine che l’Ungheria, a nord, coincide spesso con il Danubio, forse uno dei fiumi più importanti del mondo. Il fiume ha spesso rappresentato una linea di confine naturale, sin dai secoli più remoti.

Fu “Pannonia” per gli antichi romani. Fu terreno di conquista tra i turchi e l’impero Austro-Ungarico. La popolazione vive in un'atmosfera tranquilla, lontana dai ritmi frenetici e si culla nelle innumerevoli terme, presenti ovunque, che fanno dell’Ungheria una delle zone più “calde” del mondo.

 

Il mio viaggio sarebbe partito verso nord, toccando l’immediata periferia di Budapest: il palazzo Reale di Godollo, il più grande edificio barocco di tutta l'Ungheria. Donato all'imperatore Francesco Giuseppe intorno al 1870, divenne in breve tempo la residenza preferita della sua consorte, l'amatissima imperatrice Elisabetta d'Asburgo, conosciuta come la Regina Sissy.



Passaggio veloce a Szetandre, “Sant' Andrea”, città di villeggiatura subito a nord della capitale ungherese, senza un vero e proprio passato storico, ma convertita rapidamente da colonia artistica a centro turistico. Da qui avrei preso direzione nord, verso la regione conosciuta come l’ “ansa” del Danubio; il tratto in cui il maestoso fiume compie una svolta improvvisa e cambia repentinamente direzione scorrendo verso sud, attraverso Budapest ed arrivando fino oltre Belgrado. 


La visita della regione prevede una tappa fondamentale alla città "Santa" di Estergom. nel 975 la città diede i natali al primo re del paese, Santo Stefano. Estergom ospitò la corte reale per quattro secoli e per oltre mille anni rappresentò il fulcro del cattolicesimo ungherese, ne rimane testimone l'immensa Basilica che sorge sulla collina sopra la cittadina.



A pochi chilometri da Estergom si trova uno dei centri più importanti, almeno storicamente, della regione: Visegrad. La cittadella duecentesca che domina il sonnolento villaggio è rimasta uno dei pochi testimoni della sua gloriosa epoca. Non poteva mancare nel mio itinerario!


Sull’altra riva del fiume avrei visitato Vac, punto di partenza per aggirare l’ansa del fiume fino al parco al confine con la Slovacchia e risalire la corrente fino a Gyor lungo la riva destra del Danubio. 


Poco distante da questa “porta” fluviale d’Ungheria c’è l'abbazia di Pannonhalma, annoverata nella lista dei patrimoni UNESCO da salvaguardare. Questa abbazia, fondata nel 996 da un gruppo di monaci giunti da Venezia e da Praga, determinò l'inizio del cristianesimo in Ungheria.
 


Palazzo di Esterhazy a Fertod. Fatto costruire da Nicola Esterhazy nella II metà del ‘700, fu per 3 secoli sede della corte principesca della Nobile famiglia. Venne definita la Versailles ungherese per la sfarzosità del complesso, uno degli edifici più grandiosi del rococò ungherese e dove si tenevano feste rinomate in tutta Europa.

 

Questa zona è famosa anche per la prelibata carne di bue grigio, le mie guide parlano di una ricetta speciale che non posso lasciarmi scappare!

 


La discesa verso sud arriva diretta al "mare" ungherese, il lago Balaton. Una sosta, però, è obbligatoria al castello medievale, perfettamente ristrutturato, di Sumeg. La sua mole imponente domina le dolci colline circostanti.

 


Castello di Festetics, Kesztely. La costruzione di questo sontuoso castello fu iniziata nel 1745 sulle rovine di un castello. Venne ultimato solo 100 anni dopo e, fin dal 1797, ospita la scuola agraria che fa parte dell’università di Pannonia.



A pochi chilometri di distanza l’altra tappa imperdibile: un bagno nelle acque calde del più grande lago termale d’Europa. Siamo a Heviz e queste miracolose acque non scendono mai sotto i 22°C, neanche nelle giornate più fredde!

 


Il tour della regione del TransDanubio sta volgendo al termine, mi rimane da visitare la costa nord del lago Balaton, quella, secondo le mie guide, più interessante. Questo enorme specchio d’acqua si riempie di turisti nei periodi di festa, diventando l’equivalente della nostra riviera romagnola. Nella parte più vicina a Kaszthely sorge un parco che si snoda tra coni di vulcani estinti: il parco di Badacsony. Questa è anche la ragione che spiega perché questa terra sia così piena di sorgenti termali.




Nella più rinomata zona di villeggiatura della costa nord sorge un piccolo paese di nome Tihany. La sua posizione è invidiabile, sulle colline che penetrano nel fiume e ne costituiscono un restringimento naturale. Molti turisti arrivano fin qui per un peculiare fenomeno: un eco purissimo che, giura chi l’ha provato, ha pochi rivali al mondo! Altro motivo per fare una sosta qui è la chiesa abbaziale benedettina che, con la sua bianca mole, svetta sopra i tetti del piccolo paese lacustre. Al suo interno sono custoditi veri e propri gioielli rococò e barocchi, ma soprattutto, nel negozio dell'abbazia, è possibile acquistare le diverse birre prodotte dai monaci!

 

BUDAPEST



L’arrivo a Budapest l’ho programmato per la sera del 31 dicembre. Le mie pretese per passare il capodanno non si allontanano troppo da una cena e due passi per il centro. Magari mi concederò un paio di birre!



Il giorno successivo la scoperta della capitale ungherese comincia da una vera istituzione: le terme!!! In città ne esistono numerose e c’è solo l’imbarazzo della scelta: le enormi terme di Varosliget, dell’hotel Gellert o le terme turche di Rudas. Visto che, notoriamente, il 1° gennaio è giorno di chiusura un po’ per tutti... colgo l’occasione per rilassarmi un po’! 



Nel pomeriggio, due passi per visitare la chiesa di San Mattia,  la Basilica di Santo Stefano e due (mila) passi per orientarmi e conoscere Budapest, senza troppi affanni.


La serata, però, mi immergo in un’altra peculiare caratteristica di questa città: i ruin-bar. Si tratta di locali “specializzati” in vari generi di musica, ma ciò che li caratterizza è la particolare location: rovine di vecchi palazzi che vengono arredati in maniera eccentrica... Kitsch!



Ce ne sono a decine, soprattutto nella zona ebraica e, anche per i ruins-bar, c’è solo l’imbarazzo della scelta!

 

Il secondo giorno a Budapest ho intensione di spenderlo tra musei, prima di tutto quello allestito nel castello di Buda, per poi proseguire per un paio di musei leggermente fuori dal centro:

 

Oltre alle attrazioni base inserirò nel giro anche una visita a....

Piazza degli eroi

La cittadella

Aquincum: l’insediamento romano che costituisce il germe da cui è nata Budapest.

Due passi nel parco cittadino dell’isola Margherita

Museo nazionale ungherese

Museo di belle arti (Goya e El Greco)

Palazzo del parlamento

Casa del terrore, Andrassy blvd, 60

 

Cibi da provare:

Bistecca alla Esterhazy: carne di bue grigio cucinata in modo molto “complicato”...

Palacsinta: frittatine ripiene

Gulyas (Gulasch): minestra con spezzatino di manzo, gnocchetti e paprika!

Porkolt: stufato di carne che noi confondiamo con il Gulasc! E che, invece, è una minestra!!!

Tokany: Carne, verdure e panna acida (simile al Porkolt)

Tafel Spitz: bollito di manzo alla viennese

Zuppa di Pesach: brodo di manzo con polpette di pane azzimo

Butka: Ravioli di marmellata

Ibama’: Paté di fegato d’oca

Korozott: Crema di ricotta e formaggio

Barak Palinka: Liquore distillato di albicocche

Salame di maiale Mangalica

 

Vini:

Tokaji aszù: dolce ma non stucchevole

Eger Bikaver: rosso corposo

Egri Csillag: bianco

Juhfark: vino della zona vulcanica di Badacsony (Lago Balaton)

Keknyelu: Sempre della zona di Badacsony

 

Fonti:

Lonely Planet: Budapest e Ungheria

Guide Mondadori: Budapest e dintorni

Meridiani: Budapest e Ungheria, n°53 del novembre 1996 e n°254 del aprile 2020

Danubio di Claudio Magris

La donna giusta di Sandor Marai

I ragazzi della via Pal di Ferenc Molnar

Sotto il culo della Rana di Tibor Fischer

Fra i boschi e l’acqua di Patrick L. Fermor

Lo sguardo della contessa Hahn Hahn di Peter Esterhazy



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