« A un certo punto della mia vita, mi sono accorto di non conoscere affatto i Paesi in cui viaggiavo. Come giornalista passavo dall’aereo al taxi e viceversa. La verità è che bisognerebbe tornare a essere pellegrini. Il pellegrino è uno che nutre rispetto per il posto in cui va, vive nel timore di ciò che sta incontrando.
Per me ogni religione vale come cammino verso la verità. Non mi riconosco in una religione o una chiesa, ma quando sono fra le montagne dell’Himalaya parlo con Dio. Qualcuno dice che se Dio ha perso l’indirizzo dell’Europa, lì invece sta di casa da millenni.
Al contrario del buon Machiavelli, fiorentino come me, non credo che il fine giustifichi i mezzi. Sono convinto che l’uomo abbia a disposizione la scelta dei mezzi, ma non del fine. Il fine delle cose appartiene a qualcun Altro, noi possiamo decidere quali mezzi usare, ne abbiamo la responsabilità e, probabilmente, se scegliamo i mezzi giusti abbiamo la possibilità di dare un contributo a un fine
giusto. La Gta insegna che ognuno deve fare quello che deve essere fatto senza attendersi risultati. È quest’ansia da prestazioni, la pretesa dell’efficienza a tutti costi ad aver rovinato la nostra civiltà occidentale, ad averci sottratto la poesia della vita. »
─ Tiziano Terzani intervistato da E. Citterio e G. Fazzini nel maggio 2002. Foto da un articolo del luglio 2004.
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