Scrivo un paio di idee sul viaggio che avrei voluto fare in Ungheria e che, purtroppo, la pandemia in corso mi ha costretto a rimandare.
Mi sono documentato molto e non vorrei che, una volta ripreso in mano il filo del discorso, fossi costretto a ricominciare daccapo.
Il motivo conduttore di questa uscita sarebbe stato il confine che l’Ungheria, a nord, coincide spesso con il Danubio, forse uno dei fiumi più importanti del mondo. Il fiume ha spesso rappresentato una linea di confine naturale, sin dai secoli più remoti.
Fu “Pannonia” per gli antichi romani. Fu terreno di conquista tra i turchi e l’impero Austro-Ungarico. La popolazione vive in un'atmosfera tranquilla, lontana dai ritmi frenetici e si culla nelle innumerevoli terme, presenti ovunque, che fanno dell’Ungheria una delle zone più “calde” del mondo.
Passaggio veloce a Szetandre, “Sant' Andrea”, città di villeggiatura subito a nord della capitale ungherese, senza un vero e proprio passato storico, ma convertita rapidamente da colonia artistica a centro turistico. Da qui avrei preso direzione nord, verso la regione conosciuta come l’ “ansa” del Danubio; il tratto in cui il maestoso fiume compie una svolta improvvisa e cambia repentinamente direzione scorrendo verso sud, attraverso Budapest ed arrivando fino oltre Belgrado.
La visita della regione prevede una tappa fondamentale alla città "Santa" di Estergom. nel 975 la città diede i natali al primo re del paese, Santo Stefano. Estergom ospitò la corte reale per quattro secoli e per oltre mille anni rappresentò il fulcro del cattolicesimo ungherese, ne rimane testimone l'immensa Basilica che sorge sulla collina sopra la cittadina.
A pochi chilometri da Estergom si trova uno dei centri più importanti, almeno storicamente, della regione: Visegrad. La cittadella duecentesca che domina il sonnolento villaggio è rimasta uno dei pochi testimoni della sua gloriosa epoca. Non poteva mancare nel mio itinerario!
Poco distante da questa “porta” fluviale d’Ungheria c’è l'abbazia di Pannonhalma, annoverata nella lista dei patrimoni UNESCO da salvaguardare. Questa abbazia, fondata nel 996 da un gruppo di monaci giunti da Venezia e da Praga, determinò l'inizio del cristianesimo in Ungheria.
Palazzo di Esterhazy a Fertod. Fatto costruire da Nicola
Esterhazy nella II metà del ‘700, fu per 3 secoli sede della corte principesca
della Nobile famiglia. Venne definita la Versailles ungherese per la sfarzosità
del complesso, uno degli edifici più grandiosi del rococò ungherese e dove si
tenevano feste rinomate in tutta Europa.
Questa zona è famosa anche per la prelibata carne di bue grigio, le mie guide parlano di una ricetta speciale che non posso lasciarmi scappare!
La discesa verso sud arriva diretta al "mare" ungherese, il lago Balaton. Una sosta, però, è obbligatoria al castello medievale, perfettamente ristrutturato, di Sumeg. La sua mole imponente domina le dolci colline circostanti.
A pochi chilometri di distanza l’altra tappa imperdibile: un bagno nelle acque calde del più grande lago termale d’Europa. Siamo a Heviz e queste miracolose acque non scendono mai sotto i 22°C, neanche nelle giornate più fredde!
Il tour della regione del TransDanubio sta volgendo al termine, mi rimane da visitare la costa nord del lago Balaton, quella, secondo le mie guide, più interessante. Questo enorme specchio d’acqua si riempie di turisti nei periodi di festa, diventando l’equivalente della nostra riviera romagnola. Nella parte più vicina a Kaszthely sorge un parco che si snoda tra coni di vulcani estinti: il parco di Badacsony. Questa è anche la ragione che spiega perché questa terra sia così piena di sorgenti termali.
Nella più rinomata zona di villeggiatura della costa nord sorge un piccolo paese di nome Tihany. La sua posizione è invidiabile, sulle colline che penetrano nel fiume e ne costituiscono un restringimento naturale. Molti turisti arrivano fin qui per un peculiare fenomeno: un eco purissimo che, giura chi l’ha provato, ha pochi rivali al mondo! Altro motivo per fare una sosta qui è la chiesa abbaziale benedettina che, con la sua bianca mole, svetta sopra i tetti del piccolo paese lacustre. Al suo interno sono custoditi veri e propri gioielli rococò e barocchi, ma soprattutto, nel negozio dell'abbazia, è possibile acquistare le diverse birre prodotte dai monaci!
Il giorno successivo la scoperta della capitale ungherese comincia da una vera istituzione: le terme!!! In città ne esistono numerose e c’è solo l’imbarazzo della scelta: le enormi terme di Varosliget, dell’hotel Gellert o le terme turche di Rudas. Visto che, notoriamente, il 1° gennaio è giorno di chiusura un po’ per tutti... colgo l’occasione per rilassarmi un po’!
La serata, però, mi immergo in un’altra peculiare caratteristica di questa città: i ruin-bar. Si tratta di locali “specializzati” in vari generi di musica, ma ciò che li caratterizza è la particolare location: rovine di vecchi palazzi che vengono arredati in maniera eccentrica... Kitsch!
Ce ne sono a decine, soprattutto nella zona ebraica e, anche per i ruins-bar, c’è solo l’imbarazzo della scelta!
Il secondo giorno a Budapest ho intensione di spenderlo tra musei, prima di tutto quello allestito nel castello di Buda, per poi proseguire per un paio di musei leggermente fuori dal centro:
Oltre alle attrazioni base inserirò nel giro anche una visita a....
Piazza degli eroi
La cittadella
Aquincum: l’insediamento romano che costituisce il germe da cui è nata Budapest.
Due passi nel parco cittadino dell’isola Margherita
Museo nazionale ungherese
Museo di belle arti (Goya e El Greco)
Palazzo del parlamento
Casa del terrore, Andrassy blvd, 60
Cibi da provare:
Bistecca alla Esterhazy: carne di bue grigio cucinata in modo molto “complicato”...
Palacsinta: frittatine ripiene
Gulyas (Gulasch): minestra con spezzatino di manzo, gnocchetti e paprika!
Porkolt: stufato di carne che noi confondiamo con il Gulasc! E che, invece, è una minestra!!!
Tokany: Carne, verdure e panna acida (simile al Porkolt)
Tafel Spitz: bollito di manzo alla viennese
Zuppa di Pesach: brodo di manzo con polpette di pane azzimo
Butka: Ravioli di marmellata
Ibama’: Paté di fegato d’oca
Korozott: Crema di ricotta e formaggio
Barak Palinka: Liquore distillato di albicocche
Salame di maiale Mangalica
Vini:
Tokaji aszù: dolce ma non stucchevole
Eger Bikaver: rosso corposo
Egri Csillag: bianco
Juhfark: vino della zona vulcanica di Badacsony (Lago Balaton)
Keknyelu: Sempre della zona di Badacsony
Fonti:
Lonely Planet: Budapest e Ungheria
Guide Mondadori: Budapest e dintorni
Meridiani: Budapest e Ungheria, n°53 del novembre 1996 e n°254 del aprile 2020
Danubio di Claudio Magris
La donna giusta di Sandor Marai
I ragazzi della via Pal di Ferenc Molnar
Sotto il culo della Rana di Tibor Fischer
Fra i boschi e l’acqua di Patrick L. Fermor
Lo sguardo della contessa Hahn Hahn di Peter Esterhazy
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